L’interruzione di attività continua ad essere il rischio più temuto dalle aziende ma, paradossalmente, è il secondo più sottovalutato. È quanto emerge dall’Allianz Risk Barometer 2018, realizzato da Allianz Global Corporate & Specialty.
Eppure la recente e nefanda esperienza dell’”acqua granda” a Venezia dovrebbe far riflettere: ai danni alle cose (ma anche alle persone) si sono dovuti sommare i danni dovuti all’impossibilità di erogare i beni e i servizi promessi ai clienti, e i danni dovuti alle comprensibili difficoltà del “ritorno alla normalità”.
Molti sono i fattori che possono determinare l’interruzione di attività, non soltanto le questioni meteorologiche: dagli incidenti dovuti alla qualità dei prodotti fino ai cambiamenti normativi, da eventi socio-politici terroristici fino ai guasti ai sistemi informatici.
L’unico modo per le aziende per non farsi cogliere impreparate è possedere un Piano di Business Continuity costantemente aggiornato contenente indicazioni precise in caso di sinistro e redatto con la collaborazione del proprio Risk Manager.
Contributo redatto da:
Pietro Casetta - Comunicazione giornalistica
Per Antonino Librici & Partners – Risk Manager