Per un risk manager non è importante sapere se si tratti di un fenomeno meteorologico naturale o causato dalle variazioni climatiche.
Non è nemmeno importante sapere se, con la realizzazione di opportune opere idrauliche, lo si sarebbe potuto evitare oppure no.
Ciò che interessa al risk manager è che il fenomeno c’è stato, e che il rischio del suo verificarsi poteva essere quantificato e assicurato. 1839, 1882, 1966, 2010, 2019.
Questa la successione delle maggiori alluvioni che hanno colpito il Veneto e l’Italia negli ultimi due secoli.
Solo 9 anni fra la più recente e la precedente, e fra una e l’altra decine di eventi minori, a macchia di leopardo, ma egualmente dannosi per chi li ha subiti: allagamenti, tracimazioni, piene incontrollate. In altre parole, vere e proprie estrazioni a sorte con premi tutt’altro che graditi e in alcuni casi ricorrenti.
Non è vero che non si possa fare nulla.
Il risk manager esiste anche per valutare opportunamente il rischio idraulico dell’azienda e determinarne le misure assicurative più idonee.
Contributo redatto da:
Pietro Casetta - Comunicazione giornalistica
Per Antonino Librici & Partners – Risk Manager